sabato, novembre 04, 2006

Fortuna

Una stanza calda e scura, una finestra sui tetti di Londra, sul vetro plastico e verderame del British Museum, una notte di fuochi, di colori e di festa. Questa la mia fortuna questa sera. I botti scoppiano sopra al mio tetto, io spiaccico il naso contro al vetro, sotto ai denti un dolce cubetto di cioccolato mi si scioglie sulla lingua e dentro sento quel respiro profondo che sentivo dopo le piccole vittorie a nuoto o sulle piste da sci.
E mi bussa Anu, il suo sorriso sull'uscio, i suoi occhi da bambina mentre attraversa la stanza e si precipita alla finestra per vedere e sorridere con me di questa serata di magia... E domani ancora. E domani ci saro' anche io.
Ma questa sera mi fermo qui, e mi godo il mio (prestato) brano di Fossati, e questa sera, io, fortunata e calda nell'animo, ricevo una telefonata. Una splendida telefonata. La telefonata di un amico che ha il cuore in gola nel parlarmi, emozionato. Dalla distanza o dal sentirci, finalmente, chissa'. Col cuore in gola come in quel triste pomeriggio estivo quando lo salutai perche' non doveva piu' tornare... E invece torno'. E questa sera mi ha chiamata. E mi ha dato tanti sorrisi, e tanto affetto. E sono felice. Semplicemente felice.
I botti per ora sono cessati, ancora brillano le lucine colorate sull'orizzonte, dietro ai fari sparati sulla Senate House, che impera rossastra contro al cielo nero topo di Londra. Questa luce rossastra mi ricorda Bologna, la mia citta' degli studi, il mio giardino dei Finzi-Contini, la mia esperienza emiliana, i miei di anni universitari. Quanti cuori, quanta cultura, quante emozioni, dietro a quei tomi, dietro a quei saperi, dietro a quei raduni tra amici.
E ora, piu' lontana che prima, ma piu' vicina che mai, mi sento e sono felice e fortunata. Cosi' semplicemente. Cosi', umanamente.
Al di la' del muso della mia cameretta Oxford Street, che per una sera si ferma dalla corsa allo shopping e si riempie di spruzzi di scintille dorate. E dall'altra parte, il mio campus. Dove chissa', forse anche li', in quella libreria dalla scalinata gentile, in quella libreria da primato mondiale, chissa', forse anche li' per una sera lo studio si ferma per qualche istante, e anche li` il piu' ambizioso dei businessman futuri, alza il muso per guardare le esplosioni di Bonfire Night e il suo viso, goffamente, si colora del sorriso di un bambino.
Che bello fermarsi una sera, che bella ritrovare questo spazio, che io ho materializzo in un blog, mentre dal passato mi riaffiora in pochi spruzzi di fantasia in lavori a pastello, in strimpellate alla tastiera del mio bellissimo piano, in dolci versi di bimba, in tante lacrime felici versate sul tavolino indiano della mia cameretta, sulle pagine scritte, sulle bozze mai completate.
E' bello riuscire di nuovo a piangere di gioia. E' bello pensare che dall'altra parte di un altro monitor qualcuno ti pensa e ti ama. E attende il tuo ritorno e una dolce quotidianita' ci aspetta. E' bello pensare che su un altro mare, da un'altra parte ancora, chi mi ha dato vita si gode le luci del mare, l'odore del mare, il silenzio del mare. E un altro piccolo nucleo d'amore vive. E' bello ripensare alle telefonate di oggi, tutte le persone piu' improbabili con le quali il mondo mi butta in contatto. E' stato bello immergermi nel mare di gente ieri sera, alla festa della dolcissima Anu, e' stato unico ricevere in dono una piccola coppa di gelato e fragole dalle sue timide mani e dai suoi occhi lucidi.
E' magico tutto questo. E tutto questo stampo qui per non dimenticarlo. Perche' in momenti piu' duri possa ripensare a tutto questo, per riprendere il sorriso, il sorriso intimo, e continuare a donarlo, come la cosa piu' bella che si possiede.