sabato, gennaio 19, 2013

In A Time Lapse - Ludovico Einuadi, live from hom

Ludovico, ti guardo. O anche ti ascolto.
Chissa cosa pensi, al di la' di quella finestra MIlanese.
E Milano che per me e' cosi bella per piccole case come la tua forse, per la Merini e per qualche passeggiata lungo il Ticinese.
E' un clacson, tra le tue note?
Un micio come il mio.
Io che ho ho perso quelle luci, la libreria, il tempo...
Acolto le tue mani e cerco gli spazi.
Che bello il silenzio in casa, finalmente.

Il silenzio ma poi tu, le tue mani - mi portano in passeggiate lunghe la sera, luci basse in citta e qualche fanale impazzito. L'acqua ferma e gli ocra oltre ai vetri delle finestre.

Manca il pennello. Manca la carta ruvida, sul cotto, per terra, i jeans macchiati, gli spazi.
Il Tempo.

Che se n'e' andato. Mi aiuti tu ad inseguirlo?

Ti fermi. E' bello il rumore dei fogli. Quegli scritti confusi sul pavimento, poi precisi nelle tue note.
Posi ancora - le pose, quelle che ti fanno ascoltare anche il silenzio - e poi, ancora, le tue mani...
L'Amore, dei testi bianchi e neri. Mi manca. Il mio piano, in qualche spazio confuso, non suo, paesi stranieri. Chi me lo riporta?

La tua musica mi risveglia cosi' che mi fa venire fame. Strofe, richiami a qualcosa forse.
La tua finestra mi fa sentire a casa.
E' guardandola che ci hai voluto aprire la porta?
Piove a Milano. Qui ha nevicato.

E chissa' se il vicino a quella finestra, lo sapeve che eravamo tutti li' a guardarvi. Un grande pianoforte, lungo, bianco bianco e nero, bianco e nero, bianco bianco e nero, bianco e nero, bianco e nero, bianco bianco e nero... E in quel momento, in quel brevissimo istante, siamo tutti per mano.

Il Tempo... ritorna sai, se ancora chiudi gli occhi e glielo permetti. Dimentica ogni altra cosa. Chiudi gli occhi e lascialo entrare.

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page