martedì, luglio 06, 2010

Muscat

Raccontarsi in html.

Non mi capita piu' da tempo. Da sette mesi, precisa la mia home page.

Riprendo questo blog dall' Oman. Quattordici giorni di Mille E Una Notte.

Risiedo in una lussuosa camera d'albergo a due passi dal British Council, l'istituto culturale britanico. Questo, e i lauti mangiarecci locali, hanno fatto di me una pigra visitatrice per lavoro, nel corso della prima settimana.

Si viaggiava nell'interno, si visitavano associazioni di donne imprenditrici, di cura ed integrazione sociale per bambini orfani, gli Scouts e progetti di sviluppo rurale. E pensavo bastasse.

Al decimo giorno di autobus, aria condizionata e vizi, ho creduto essere necessaria un po' di fatica. Mi sveglio alle 6 di mattina, ieri ed oggi. Punto al colle di Muscat un giorno, al lido l'altro.

Salendo di mattina presto per le strade un po' polverose dell'interno, e' ancora fresco, e si suda poco. Passati i magazzini locali, un caffe' dove un indiano mi dice fanno l'espresso Italiano, e qualche baracchino di bibite gelate, si arriva ai colli di Muscat.

Sono proprio come i colli di Bologna. Le ville si chiamano ville. Ma sono molto piu' romantiche. Dall' aspetto almeno. Bianche, che la luce a quest'ora ancora non acciega a guardarle, con pochi stucchi e invece bellissimi mosaici ai balconcini, o trafori geomotrici in calcestruzzo alle finestre. Sono le ultime ore di caldo tollerabile. Gia' alle 7.20, mentre ridiscendo il colle, la schiena si bagna di sudore.

Mi soffermo su uno spiazzo al lato della discesa, vuoto e polveroso. La terra e' rossiccia qui, come a Khartoum. Si possono osservare i tetti di Muscat, bianchi come li ho visti due anni fa, le antenne paraboliche come due anni fa, e i minareti sparsi e frequenti, come due anni fa. Oltre, il mare. Bianco.

La foschia copre tutto, si cela sotto il suo peso il lido di Muscat in fondo, e anche io, avvolta. Soffoco nel mattino, e decido di rientrare. Qualche profumo di erbe mediterranee, di primi ricordi, mi abbandonano infine.

Sudo e rientro in albergo.

Questa mattina cambio itinerario e marcio pesante verso la spiaggia. Non serve molto, ma sfiorare l'Oceano con le punte dell'alluce, sotto alla gonna scura, per sentirsi leggere e dimenticarsi dell'odore acido e del baccano del traffico di Muscat.

Cammino lungo la spiaggia, e siedo a lungo sorridente a guardare il sole che sale e rimpicciolisce le ombre sulla spiaggia.

Di rientro dal lavoro la sera, in albergo, sono ancora appoggiata alla sabbia bagnata, e un gruppetto di militari piu' in la' calcia un pallone come ragazzi, e vocifera concitato.

Domani non so, ma mi piacerebbe essere io, a dare il buongiorno al Sole domani.

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