sabato, marzo 10, 2007

Neighbours

Oggi ho capito perche' mi ci e' voluto tanto per metabolizzare e concretizzare la mia gita nella Londra orientale di quella domenica 5 Novembre. Sono passati quattro mesi e in questi quattro mesi Londra mi si e' insinuata dentro come una bimba capricciosa, le sue scene piu' controverse ed i suoi scorci piu' deprimenti mi hanno punzecchiato nervi sensibili piu' e piu' volte, sempre di nascosto, e sempre con tanto anestetico, che mi facesse recepire tardi le punture.

Cosi' oggi con una semplice, impensata gita in un quartiere popolare di Londra, e’ riaffiorata parte della sensazioni di quella serata passata a cercar fuochi d'artificio tra cortili di complessi popolari e gare di fuochi domestici tra quartieri. E ancora una volta, poche sono le parole. Conterebbero invece molto di piu' quelle di due signore accanto a me alla fermata dell'autobus di parole. Ma siccome sono (ancora) ignorante di arabo, per me contano i loro toni, gia' sentiti in altri contesti, in altri momenti. Sono in fondo espressioni di simili preoccupazioni e probabilmente della stessa disperazione. E ancora, dopo ben quattro mesi e tutte queste punture, non ho parole.

Si', ci sono le immagini, le immagini sempre: la vita sola e' capace di esprimersi nella sua realta’. Il ragazzo che con il suo sorriso mi offriva Big Issue ogni mattina davanti alla facolta', per esempio. Ma ora e’ andato, non lo vedo piu’. Ho perso l'opportunita' di ricambiare il suo sorriso non solo con il mio timido sorriso, ma piuttosto con qualche spiccio. In fondo sarebbe bastato qualche spiccio. Non e’ persa ancora la possibilita’ di leggere ed imparare di loro, ma e’ persa invece l’opportunita’ di imparare di lui: sempre sorridente, altro non so.

Ci sono i senzatetto e gli alcolizzati nella strada dietro casa mia, quella che non faccio piu' ormai privilegiando il passaggio per la sede della massoneria: e' piu' ordinato, piu' soleggiato, piu' pulito: piu', piu', piu'! E la mattina il mio sguardo cerca bellezza... ma poi a lezione si ragiona su situazioni che belle non sono. E allora ogni giorno, come oggi, l'occhio ricerca la verita' in queste piccole realta': la casa per le donne sole e senza proprieta’, il senzatetto buttato contro al termosifone della chiesa di soho square, dove "only motorbikes" per terra e' scritto "SOLO motorbikes". Non
so perche', forse perche' in fondo tutti i mondi sono l'un l'altro molto piu' vicini di quello che ci immaginiamo.

E allora forse dovrei cominciare a passare di piu' per quella strada dietro casa mia, che e' “casa” per diversi individui, in fondo quindi miei “vicini”… perche’ in fondo, son proprio dietro casa mia.

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