sabato, marzo 31, 2007

Grey, grey, grey London

Rapida passeggiata distensiva ieri pomeriggio. Ho scelto Covent Garden perche’ cercavo colori, attimi e risate. E mi porto dietro la macchinetta. Vorrei documentare, per me, per altri. Poi invece la vergogna, la paura di rovinare quegli sguardi hanno lasciato l’oggetto nel borsello, e i miei di sguardi son volati incondizionatamente da luci o inquadrature.

Svogliata avevo lasciato la residence: dalla mia finestra del decimo piano quello che dovrebbe essere uno splendido paesaggio si trasforma in una distesa di pallore amorfo in queste giornate “londinesi”. Mettere i piedi per terra ed annusare i vicoli, sarebbe stato allora forse piu’ interessante.

Il mercatino di convent garden, con i vestiti dai tagli strani e la grafica british delle t-shirts, la musica nelle strade, il vociferare sotto tutto. Questa la visione regolare di una eccezionalita’ alla quale, purtroppo, ci si abitua presto.

Ma un paio di personaggi davvero straordinari mi colorano la giornata. Un’ adolescente che si dondola da una parte all’altra, molleggiandosi sulle ginocchia, fuori da una cabina telefonica, mentre l’amica, chissa’ se telefonando o giocando anche lei, con la cornetta all’orecchio insegue divertita la mimica degli occhi rotanti, da pesce, e la bocca tirata con i quali l’amica accompagna il suo dondolio… non posso trattenere un sorriso. Passo davanti ad un uomo vistito “smart”, serioso e serio, in attesa di qualcuno forse, passo cosi’ vicino che quasi lo sfioro, con la bocca ancora allargata dal sorriso senza incrociare i suoi occhi, percepisco che mi segue con lo sguardo, poi si gira e ritorna ad aspettare. Una sagoma, nei miei ricordi, forse il mio sorriso divertito nei suoi, poi ancora voltandomi verso i giochi delle ragazzine incrocio un’affabile bevitore, guanciotte rosse, andamento incerto, rotante quasi, sembra avere una direzione e infatti si ferma. Di fronte un guru, o qualcosa del genere, intonacato, forse ha i sandali, non ricordo perfettamente, lo ascolta. Mentre l’altro gli chiede, mi par di sentire, soluzioni per lui, cosa proferisci per uno come me intuisco. Conversazione serena, pare si conoscano, si aspettassero... Follia consuetudinaria fin qui, ma arriva un terzo personaggio, serissimo, in cravatta, e rispettabilissimo, seguiva all’ubriaco e infatti seguiva l’ubriaco. E si ferma anche lui conversando, sostenendo il suo accompagnatore, poche frasi, distintamente sobrio. Distinguibili da soli, inconcepibili in trio. Tre poli del mondo riuniti. Qui, nella follia consuetudinaria di covent garden.

E ancora muovo il passo, mi si aprono davanti le luci serali di covent garden, le scolaresche e gli zainoni delle medie, i miei primi pantaloni a zampa, e le americane dalle labbra rifatte che litigano distintamente in mezzo alla strade, “hurt” ed offese. Il tipo con la Leica e allora li’ si che mi fermo. Per scrutare il suo sguardo su covent garden, volo rapida sui suoi passi e mi volto, ma non capisco, non vedo particolarita’, se non qualche luce calda della sera, anzi, inquadratura un po’ storta… mistero degli artisti. Mi volto e lo seguo con lo sguardo in un negozio, ha una breve conversazione sulla porta con una donna di colore, cicciotta, grossi cenci colorati addosso, la compagna? Che aspetta mentre lui fotografa… Per sbaglio incrocio lo sguardo di lei e allora mi volto e cammino rapida, e solo sulle sue parole che mi inseguono, “Misses, misses” capisco e accelero il passo. Paura di cosa? Di un po’ di carita’?... di qualche “verita’” sull’ultimo santone? E’ parte di covent garden in fondo, ed ora in covent garden ci sono, cammino e respiro la sua brezza serale.

Arrivano le prime gocce e mi riappare l’immagine della mia finestra. Londra grigia! Perche’ rovini tutto con queste lacrime? O forse queste lacrime potrebbero essere affascinanti, gli occhi estasiati e la voce squillante di Anu ad ogni giornata cosi’: chissa’ quali fantasie e sogni in questo grigiore impenetrabile. Quale magia, lontano dai miei cenci colorati e dai trii folli. Chissa’ se si puo’ imparare a capire il pallore…

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