mercoledì, luglio 19, 2006

La gazzella e il quarzo

Si aggira per le strade di Bologna un personaggio strano. Filiforme, canotta un po’ larga, chioma leonesca nero quarzo e naso lungo. Ma di questo ragazzo sui venticinque la cosa piu’ comica e ugualmente triste come nei migliori dei comici storici, non e’ il suo aspetto peculiare, senz’altro studiato, senz’altro copiato, ma piuttosto la sua camminata. Altrettanto studiata, ma forse originale. Nulla d’autentico ha la fretta con la quale sfila, letteralmente sfila, per ogni via del centro di Bologna. La gamba lunga, chilometrica e snella, da gazzella, che alza e ripiega in slanci da fare invidia alle migliori passerelle, immobilizza il passante distratto davanti a questa pellicola, in uno stato d’inquietudine mista a curiosita’. Dove andra’? Cos’avra’ da fare oltre a falciare le vie di Bologna, sguizzando fra passanti, volando sui gradini, con lo sguardo alto che ti fa pensare a come fa’ a non inciampare e i ricci impegnati in un’isterica danza a molla al ritmo dei suoi “passi”.

Ma la cosa triste di questo personaggio, che cominci a notare dopo diverse volte che ti sfreccia dinanzi, dopo parecchi di questi interrogativi, e’ che non lo vedi mai in compagnia. E’ sempre solo, solo con la sua corsa. Solo nella sua sfilata, negli sguardi stupiti, ma distanti dei passanti. Tanto che comincio a dubitare se una destinazione lui, gazzella di quarzo, ce l’abbia… e questo animale ribelle e questo minerale fermo e brillante continueranno a molleggiarmi dinanzi, sino a che’, chissa’, la gazzella non si sara’ divorata il quarzo o con esso verra’ pietrificata.

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