venerdì, luglio 07, 2006

Fiere


Festa del mercato equo ieri sera, quartiere Corticella a Bologna.

O meglio, fiera del commercio. Non ho ricevuto particolari nuovi stimoli, a parte l’entusiasmo delle 11 cuoche della “cucina delle 11 cuoche” per l’appunto.

Le solite bancaralle, ormai più standardizzate dei negozi sisley, quasi che si cercasse a tutti i costi l’alternativo di moda. Orribile accezione che usura lo sprint creativo e lo cancella.

L’unico stimolo forse alla riflessione personale, al ragionamento, o meglio a ra-gio-na-re come l’invito di prof.Basiglio, saggio e sinceramente indipendente professore di Tecnica delle medie, unico stimolo forse un originale banco di giochi di corda strizzacervelli. Utile rimedio anche ai pensieri più bui, agli umori più neri. Sincero entusiasmo disinteressato. O almeno sincero, il tipo che li fabbrica ci campa sicuramente di questo morbo, di questa droga che t’incolla a intersezioni di piani e spazi 3D, alla ricerca della prospettiva giusta, o meglio, più facile. Perchè è tutta una questione di soggettività come sottolinea l’esperto.

E non dovrebbe essere tale questa stessa fiera? Un’incontro di soggettività diverse, un contemplare prospettive diverse? Mi manca da tempo ormai un sano, coraggioso e nuovo ascolto che stimoli qualche idea sul corso dell’oggi. Molte delle ingiustizie che affrontiamo quotidianamente per le strade non sono lotte meno dolorose per le vittime che le subiscono di altri tragici eventi del nostro passato storico.

M’insegnano che politica è anche sociale. Anzi, che senza sociale non vi è proprio scopo politico. Credo quindi che anche l’invito di Daniele a esplorare torcia in mano e mente libera la sua casa-tunnel in cartone sia una eco del suo grido di ribellione alle nostre ingiustizie politiche. A volte basta avere gli occhi per sentire ben più flebili avvisi. Perchè non tutti purtroppo hanno ancora energia per gridare. Eppure esistono. Anche oggi... e nessuno ne parla.

Mancano positività, ottimismo, attualizzazione e volontà. Belle le note del gruppo balcanico alla fiera. Nei loro canti la vera festa. Un attimo di respiro dalla fiera del commercio, da un import-export che ancora tanti misteri e tante contraddizioni cela... perchè tra tutti questi oggetti, tra tutti questi “hand-made” e “fair trade” non ho trovato altro che commercio. Da avvicinamento di frontiere che era l’anima del commercio, a nuovo oppio dei popoli. E non voglio scadere in puro idealismo. Da futura (si spera!) economista, riconosco l’interesse come origine di ogni scambio. Ma come condizione a questo e per coronare con dignità lo stesso profitto ci sono ancora popoli che impongono rigide discipline di rispetto. È delicatissima la fase della pattuizione delle condizioni di scambio nei mercati Yemeniti. E cela una fortissima considerazione dell’altro a fianco dei propri interessi. Una rigidità imposta dal pericolo.

Quanto ci vuole perchè si possano riportare nuovamente queste realtà in Occidente, sostituendo ad una sciabola efficaci testi normativi per il commercio (unica garanzia per uno scambio “equo e solidale”)?!

SEGNALO: http://info.roba.coop/inforoba/060509.htm

1 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

gaia sei tutta fuori....

4:47 PM  

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